
“Lacerti di anima”: intervista a Silvia Lisena
“Lacerti di anima” è la prima opera letteraria della scrittrice Silvia Lisena. Silvia comincia a scrivere a soli 3 anni, dapprima in prosa e successivamente in versi. Un rapporto così intimo e viscerale con la scrittura che si percepisce chiaramente nella sua notevole produzione. L’ opera è suddivisa in sette sezioni e le poesie si pongono quesiti esistenziali sull’ineffabilità della vita e sulla natura delle emozioni umane. Silvia Lisena ci introduce, attraverso il suo magnifico stile di scrittura, ad un percorso che dura tutta la vita: quello della ricerca di sé e del proprio equilibrio interiore.
Ecco qui di seguito la mia intervista per conoscere meglio questa artista e il suo incredibile lavoro!
Scrivi da quando avevi 3- 4 anni e la scrittura fa quindi parte di te da sempre. Come è nata la passione per la poesia è come hai cominciato ad approcciarti ad essa?
Ho sempre scritto in prosa, per la verità. Tuttavia, nel 2014, un giorno ho sentito l’ispirazione di esprimere in versi le mie emozioni in seguito ad un evento che mi era capitato in quel periodo. Ho visto che il mio testo non era poi niente male e da allora ci ho preso la mano.
Quali sono i temi principali trattati nelle tue poesie e qual è il messaggio che vuoi arrivi al cuore di chi ti legge?
Il tema trattato è la ricerca di sé e del proprio equilibrio psicofisico nell’imprevedibilità della vita. Una ricerca continua e imperitura che attraversa amori e amicizie (giusti o sbagliati) che fanno inevitabilmente cadere e poi rialzarsi. Vorrei che la gente, grazie al mio libro, possa capire che la perfezione non esiste e che è normale essere imperfetti, è normale sbagliare, cadere e piangere: questo ci rende umani e unici. La cosa importante è non perdere mai di vista ciò che conta davvero, cioè se stessi.
Come hai trovato un tuo stile di scrittura poetica? È un processo difficile che richiede studio oppure ti è venuto istintivo scrivere in un determinato modo?
Essendo più avvezza alla prosa, non ho seguito alcuna tecnica di studio nella poesia ma è stato tutto istintivo: infatti la mia è una “poesia prosastica“, assolutamente libera e con versi anche abbastanza lunghi a volte.
Quali sono i tuoi autori di ispirazione?
Direi Montale, Merini, Rupi Kaur e Chandra Livia Candiani.
Quel è secondo te la forza della poesia oggi? Perché si dovrebbe leggere più poesia?
La poesia viene troppo spesso vista come identità altra o circoscritta solo ad un’élite di letterati. In realtà è un linguaggio che può arrivare a tutti. Diversamente dalla prosa, la poesia, con la sua divisione in strofe e le sue pause, ci insegna anche a fermarci e a prendere fiato ogni tanto, cosa che nella vita serve assai.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto già scrivendo un altro libro, questa volta un romanzo… presto ne saprete di più!
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Giulia Scialò
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