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Musica per cambiare il mondo: il femminismo dall’opera lirica al rock

Dedicato a tutte le donne e a tutti gli uomini che ogni giorno lottano per il raggiungimento di un mondo migliore, nel quale la parità non sia paragonabile ad un’utopia ma sia normalità. Ma come cambiare una mentalità che è ormai estremamente legata alla cultura patriarcale e sembra essere così radicata in ogni settore, in ogni ambiente? Come si cambia un mondo sbagliato? L’educazione e la cultura e la musica sono senza dubbio due vie fondamentali dalle quali bisogna partire. Ripartire

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“Perché non è così che dovrebbero andare le cose, non è così che dovrebbe essere il mondo.” 

Citando Angela Davis, “io non accetterò più le cose che non posso cambiare, io cambierò le cose che non posso accettare”. 

Pillole di emancipazione femminile nell’opera lirica

Ho voluto raccogliere esempi di personaggi femminili che nel mondo dell’opera lirica si distinguono per essere in grado di ribellarsi alle convenzioni sociali ed uscire da un’idea retrograda. Non eroine con super-poteri: donne comuni, donne intelligenti, che sanno lottare, ragionare, decidere. Donne che non si lasciano circoscrivere al ruolo di fanciulla che deve essere salvata e amata da un uomo- eroe

E’ chiaro come nessuna di queste figure sia stata creata e pensata in chiave femminista o rivoluzionaria e la contestualizzazione storica è e deve essere sempre fondamentale. Gli autori dei libretti non avevano di certo in mente l’obiettivo di criticare la società o le abitudini degli uomini. Tuttavia se tali figure potevano essere rappresentate e celebrate secoli fa, allora ci accorgiamo di quanto sia ancora troppo piccolo il passo che è stato fatto da allora fino ad oggi e quanto di più potremmo fare. Quanto di più dobbiamo necessariamente fare. Allora possiamo comprendere come conoscere queste opere sia importante per incrementare una visione paritaria nella società contemporanea e soprattutto futura. La cultura e la musica possono salvare, anche in questo caso. 

Carmen: il rifiuto delle convenzioni sociali

Opera di Bizet su testo di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Carmen rappresenta un simbolo: è l’emblema della donna indipendente. Affascinante sì, ma indomabile: non segue né la morale né la ragione. Carmen sceglie di porsi al di sopra di una qualsivoglia convenzione sociale. E’ oltre le regole, oltre le restrizioni, oltre gli standard etichettati. Mette al primo posto la libertà e usa l’amore e la passione un po’ come un’arma: è capace di rendere gli uomini schiavi e obbedienti, in quanto accecati dalla passione. Carmen è consapevole e nella consapevolezza trova la sua libertà, difendendola senza timore fino alla morte. 

Leonore (Fidelio): al di là della definizione di genere

Unica opera di Beethoven, su libretto di Joseph Sonnleithner e basata su un fatto realmente accaduto in Francia durante il periodo del Terrore, Fidelio è un capolavoro che ha per protagonista forse uno dei personaggi più complessi e affascinanti: Leonore. Il titolo originale doveva difatti essere proprio Leonore, proprio per ciò che essa incarna. Leonore è sia eroina che eroe: tutta l’opera si regge totalmente sulle sue capacità, sulla sua forza di volontà, il suo coraggio. Una donna che sprezzante del pericolo si traveste da uomo per poter trovare e salvare il marito, non solo voleva dire all’epoca (1803-1805) ribaltare completamente gli schemi classici e convenzionali, ma vuol dire (con gli occhi di oggi) superare determinati preconcetti che affliggono ancora la nostra società secondo i quali donne e uomini non possano avere caratteristiche interscambiabili.

Brunilde (La Cavalcata delle Valchirie): la lotta al patriarcato

L’opera di Wagner (il quale ne scrisse anche il libretto) è un esempio di modernità incredibile. Le valchirie sono l’archetipo dell’affermazine femminile. Nella mitologia norrena esse hanno il compito di proteggere i guerrieri indicati loro dal padre (il dio Odino) e di condurre i morti valorosi nel Valhalla. Brunilde però si ribella al padre e lottando, rischia tutto quello che ha. Sebbene sia chiaro che Wagner non avesse intenti femministi nella scrittura, è proprio sulla figura di Brunilde che si impernia tutta la responsabilità della risoluzione della trama e diventa di conseguenza elemento cardine dell’intera tetralogia. E in un mondo in cui la donna è principalmente vista come donzella da salvare o in ogni caso un essere debole che si lascia il più delle volte morire per amore, l’importanza affidata a Brunilde non è certo di poco conto.

Adina (L’elisir d’amore): verso la parità intellettuale e professionale

Opera di Donizetti su libretto di Felice Romani. Le caratteristiche che pongono la figura di Adina come un indiscusso personaggio di rilievo femminista sono l’intelletto e la razionalità. Nell’opera è sempre in primo piano la differenza intellettuale tra Adina e il suo promesso sposo: lei “legge, studia, impara”, ché preferisce contare sulla propria razionalità e sulle proprie doti piuttosto che sull’inganno o sulla furbizia. Al contrario, lui sente di non saper far altro che sospirare e sentirsi “sempre un idiota”.  A pensarci bene è una trama che probabilmente provocherebbe polemiche ancora oggi da parte di una buona fetta di popolazione e che stride terribilmente con la triste realtà. Una realtà nella quale si fa ancora troppa fatica ad accettare una possibile parità intellettuale e professionale. Se solo ci si sofferma a riflettere sul presente, su ciò che ancora spesso si dice e su ciò che troppo assiduamente accade, viene naturale pensare che dal 1832 non abbiamo poi fatto tutta questa strada. Il cammino è ancora lungo.

L’emancipazione femminile nella musica pop/rock

La musica poi, è un esempio sempre. Molteplici sono gli esempi di femminismo, di lotta al patriarcato, ai tabù, alla violenza e discriminazione di genere nella musica pop e rock. Non si può non citare ad esempio la canzone Sweet Black Angel dei Rolling Stones, o Angela di John Lennon e Yoko Ono, entrambe dedicate ad Angela Davis in segno di protesta in seguito alle accuse vergognose e assurde rivolte contro di lei.

Ma sono così tanti gli artisti e le artiste che hanno deciso di alzare la voce e di portare un messaggio di cambiamento. Essenziale, salvifico è conoscere le loro storie, poiché la conoscenza aiuta ad aprire la mente e chissà che qualcuno potrebbe cambiare idea. Del resto ogni grande cambiamento avviene a piccoli passi.

Annie Lennox

E’ in prima fila nel supportare il femminismo globale, partecipa attivamente a campagne di beneficenza e a battaglie per cause umanitarie, è inoltre attiva e impegnata politicamente: Annie Lennox è una donna dalla personalità forte e tenace. E’ un veicolo di speranza e un incoraggiamento a fare sempre di più e sempre meglio poiché, se tutti fossimo come lei, sicuramente il volto del nostro pianeta apparirebbe oggi più roseo.

Annie Lennox è un simbolo fondamentale per il superamento del concetto di differenza di genere. Lo divenne già negli anni ottanta: fortemente avanguardista come visione della vita, rifiutava apertamente gli stereotipi di genere. Annie Lennox, la sua musica e la sua ONG The Circle hanno girato, in partnership con Apple Music, un breve video a supporto del cosiddetto Femminismo globale che, ponendo l’attenzione sulle ingiustizie di diverso genere subite ancora oggi da milioni di donne in tutto il mondo, denuncia la gravità della questione. Un importantissimo segnale di rivolta. Un messaggio in cui impellente si sente il bisogno di una repentina storicizzazione e di un urgente cambiamento del costrutto sociale e dell’apparato istituzionale che ancora sono troppo vergognosamente retrogradi.

Sinead O’Connor

Sinéad O’Connor- Photo Credits: si24.it

Sinéad O’Connor non perde tempo a far capire come la pensa e a schierarsi a favore della libertà di opinione, dell’emancipazione e della lotta per i propri ideali. La sua volontà di vivere senza convenzioni e tabù è forte e traspare in ogni suo gesto, in ogni parola e soprattutto nella sua musica.

Sovviene alla mente il ricordo di una nota frase del grande Pier Paolo Pasolini, che ben corrisponde, casualmente, al profilo di una personalità così forte e combattiva:”La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all’angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.”

Sinéad O’Connor ci insegna con la sua musica e la sua personalità l’importanza di imparare a conoscere prima di sentenziare giudizi affrettati, di imparare a non avere tabù né restrizioni: ci insegna ad essere liberi.

Tori Amos

tori amos: ph credits by metropolitanmagazine.it

Tori Amos è una donna che grazie alla sua arte ha dato voce a tutte quelle donne che ancora oggi una voce non ce l’hanno. Da sempre nei suoi testi tratta tematiche di fondamentale importanza, difendendo i diritti delle donne, denunciando la diseguaglianza di genere e incanalando tutta la sua energia e la sua rabbia in un messaggio di libertà, indipendenza e parità. Trova poi, attraverso la musica e grazie ad essa, il coraggio di raccontare una delle esperienze più traumatiche della sua vita, accaduta ancor prima dell’uscita del suo primo album: la violenza sessuale. 

Nel brano “Me and a Gun” Tori racconta quell’episodio. E nel raccontarlo dà voce a migliaia di donne che come lei hanno dovuto subire le violenze di un mondo sbagliato. Il suo è un messaggio di libertà, di indipendenza delle donne e di rispetto. Poiché non si può e non si deve continuare a vivere in un mondo dove tutto ciò è ancora troppo vergognosamente lontano.

In un mondo in cui la parità di genere verrà raggiunta, di questo passo, tra circa 99 anni (secondo il Global Gender Gap pubblicato dal World Economic Forum nel 2020). In un mondo in cui la parità salariale è ancora un sogno lontano di cui pochi riescono a riconoscerne la legittimità (le statistiche del 2020 sul divario retributivo di genere asseriscono che gli uomini guadagnano il 19% in più rispetto alle donne). E infine in un mondo in cui ogni 4 giorni circa tre donne vengono uccise e 1 dona su 3 ha subito violenze, c’è molto più che “qualcosa che non va”. 

Non possiamo guardare impassibili nella speranza di un cambiamento. Denunciamo, parliamo, ripartiamo dalla cultura e dall’educazione. Perché più che mai oggi vogliamo essere libere di essere Carmen, Leonore, Brunilde e Adina. Ma ancora di più vogliamo semplicemente poter essere noi stesse senza avere paura che qualcuno, nel tentativo di affermare la propria presunta superiorità, ci distrugga.

E’ arrivato il momento di dire basta, di agire insieme, uomini e donne, per realizzare il cambiamento che noi tutti meritiamo” – Rula Jebreal

I Consigli di lettura di Dissonanze Letterarie

Giulia Scialò

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