
“Scrivo per scontare i miei peccati”: intervista a SadnessFeral
SadnessFeral è un giovane cantante e cantautore emergente. Con uno stile che fonde rap, hip pop ma anche trap non può di certo confinarsi in un genere specifico. Ma è proprio questo il suo punto di forza. Difatti lo stesso autore ammette che “produce semplicemente ciò che lo fa stare bene“.
Attraverso i suoi testi vuole dare sfogo alla creatività e dimostrare quanto sia importante oggi dare fiducia ai giovani, agli emergenti e non solo a coloro che raggiungono la notorietà data dai programmi televisivi. Lo scopo dell’artista è quello di approfondire lo studio della musica e in particolare del pianoforte, di continuare a scrivere per donare al suo pubblico la propria visione del mondo, della vita e dell’amore.
“Se dovessi dire qualcosa riguardo alla mia musica, ho una mia teoria mentale : ciò che scrivo serve a scontare i miei peccati.”
Potete ascoltare e seguire SadnessFeral su tutti i principali canali social:
Ecco qui la mia intervista per conoscere meglio questo fantastico artista!
Raccontaci di te! Come nasce la passione per la musica? Qual è stato il tuo percorso di studi?
Il mio nome è Vincenzo, in arte Feral, ho iniziato a scrivere i primi testi all’età di 12 – 13 anni. Tutto ovviamente è iniziato in modo amatoriale: registravo i primi brani non ufficiali in cameretta con uno smartphone e a volte con il microfono di un mio amico. Cresciuto un po’ di più, verso l’età di 16 anni scrissi “Quante Volte“, traccia uscita ufficialmente solo questo anno e che considero un po’ come il mio biglietto da visita. Non ho mai preso una lezione di canto, ma mi piacerebbe. E mi piacerebbe anche prendere lezioni di pianoforte.
Come nasce il tuo singolo “Cenere”? Di cosa parla il brano?
“Cenere” nasce dall’esigenza di esprimere ciò che penso dell’amore. La frase in cui dico “So che nella cenere sul comò mi ritroverai” la intendo in modo molto più cupo di ciò che si percepisce ad un primo ascolto. Le ceneri di un corpo che ormai è solo polvere, secondo la mia logica e nella mia immaginazione artistica mutano nella cenere di una sigaretta situata nel posacenere di una ragazza. Questo sarà l’unico modo per lei di poter avere un ricordo concreto di me. Non è un brano storytelling: si parla di mie esperienze passate trasformate in arte, tutto qui. Sembra difficile da capire, infatti lo è, e ho la sensazione che a volte solo la mia mente riesce a capire al 100% ciò che scrivo. Non perché gli altri non capiscano, ma perché credo che così funzioni la creatività.
Come definiresti la tua musica e il tuo stile di scrittura?
Personalmente non mi classifico rapper o trapper, mi piace definirmi un semplice artista che produce ciò che lo fa stare al meglio. Diciamo che faccio parte della categoria Hip Hop, questo è certo, anche se posso variare molto e ho già sperimentato in passato.
Se dovessi dire qualcosa riguardo alla mia musica, ho una mia teoria mentale: ciò che scrivo serve a scontare i miei peccati..e ti dirò la cosa mi diverte e mi aiuta.
A cosa dobbiamo il tuo nome d’arte “Sadnessferal”?
Il nome d’arte “SadnessFeral“, nasce dall’unione di due nomi: difatti se volessimo andare nello specifico mi chiamo soltanto Feral, che in breve descrive le caratteristiche di un animale solitario (mi viene in mente sempre un lupo tranquillo che vuole stare per fatti suoi, questa è l’immagine che la mia mente associa al mio nome, anche se forse può sembrare banale). “SadNess” è soltanto un rafforzativo social, per dare vita al nome e caratterizzarlo ancora di più. La tristezza è ciò che spesso mi rispecchia più di tutto, perciò da qui questa unione delle due parole.
Qual è il messaggio che vuoi arrivi al tuo pubblico?
Il messaggio che vorrei arrivasse a chi ascolta è di dare fiducia anche a chi non sta in TV, dare fiducia a chi non ha neanche un follower ma è bravo e ci crede. A tutti quegli artisti emergenti che lavorano sodo e continuano a farlo ogni giorno seppur siano ancora nell’ombra.
Come può una persona dimostrare di poter arrivare al top senza un minimo ascoltatore? Date a tutti una possibilità e non affogate nella routine, fatelo per il bene delle vostre orecchie e di chi ci crede.
Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale emergente?
Riguardo all’attuale scena emergente penso che ci siano davvero degli artisti validissimi e pronti ad emergere, uno di questi ad esempio è “Dunbo“. In generale direi che la musica sta un po’ perdendo quota qualitativamente parlando, tuttavia c’è molta gente che scrive opere d’arte. Non dico di rientrare in quest’ultime.
Ti piacerebbe l’idea di avviare collaborazioni con altri artisti? Quali pensi siano i punti di forza delle collaborazioni e quali i punti deboli?
I featuring che mi piacerebbe avere li sto ottenendo: per esempio il mio prossimo brano sarà una collaborazione con una ragazza che stimo molto anche musicalmente. Se dovessi fantasticare su featuring con artisti celebri, sarebbe davvero straordinario riuscire a collaborare con Emis Killa, sarebbe un sogno.
Penso che le collaborazioni non abbiano punti deboli perché si tratta di due artisti che si uniscono, fondono le loro idee su un beat. Invece che creare da solo, lo fai insieme a qualcuno che ti sa capire artisticamente. Ed è questo il punto forte.
Quali consideri essere le tue influenze artistiche?
Le mie influenze artistiche sono sicuramente Emis Killa, TMHH e Tedua. Non ho mai copiato qualcosa da loro, ma ho sempre preso tanta ispirazione.
Progetti futuri?
I progetti futuri sono troppi per un cervello solo, penso già troppo in grande. Quello che posso dire è che ho molti testi in serbo: quello che c’è da fare ora è dare vita a questi testi, rispettando le tempistiche.
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Giulia Scialò
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