Dante e Liszt: ph credits by Giulia Scialò
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Dante e Liszt: attraversare l’inferno per giungere all’ineffabile

Sarebbe un errore etichettare Franz Liszt unicamente come “virtuoso della tastiera”. E’ effettivamente un errore che ancora oggi si commette troppo spesso, ma è davvero necessario rendere finalmente giustizia ad uno dei compositori più grandi della Storia. Liszt non ha solo composto opere straordinarie, di una potenza e di una bellezza uniche, ma ha anche saputo confrontarsi con i più magnifici capolavori della letteratura, guadagnandosi il titolo di Maestro della musica a programma.

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Insieme a Berlioz, è senza dubbio l’autore più geniale nel restituire in musica la magica grandiosità delle più belle opere letterarie. Dalla Divina Commedia di Dante Alighieri al Faust di Goethe, ha sempre saputo scrivere e affrontare tali immensità con estrema coerenza.

Liszt, riflessioni sulla musica a programma

Secondo Liszt il programma ha una funzione coadiuvante, in quanto aiuta il sinfonista poetante a rendere chiara e precisa un’immagine o una successione di stati d’animo tanto quanto appare fermamente delineata e consapevole nella sua coscienza. Dunque il programma è un ulteriore supporto a favore dell’ascoltatore che permette una totale e completa comprensione della spiritualità e delle immagini evocate dal compositore. 

La musica ruota necessariamente intorno ad un’idea poetica, che è centrale e determinante per la struttura dell’opera. In tal modo si superano di conseguenza i vincoli formali standardizzati. Così afferma difatti Liszt: “Nella cosiddetta musica classica la ripresa e lo sviluppo dei temi sono determinati da regole formali, considerate irrefutabili (…) Nella musica a programma invece, ripetizione, alternanza, variazione e modulazione dei motivi sono condizionate da un’idea poetica”

La sinfonia Dante

La sinfonia Dante di Liszt, dedicata a Wagner, è uno dei capolavori più incredibili dell’800 e si ispira alla Divina Commedia. I tre movimenti del poema sinfonico composto nel 1856 ripercorrono invero il percorso che conduce Dante attraverso inferno, purgatorio e paradiso. La Divina Commedia affascinò Liszt per la modernità e per i temi trattati, cosicché scelse di rappresentare quegli episodi che avevano un preciso valore simbolico e attraverso i quali poteva esprimere musicalmente il contrasto e la lotta tra il male e il bene.

Dante e Liszt possono dirsi anime estremamente affini poiché entrambi sviluppano una concezione dell’arte come mezzo di espressione di principi etici, filosofici, universali. La sinfonia Dante non è difatti l’unica opera ispirata al Sommo Poeta: precedente è la composizione della sonata per pianoforte “Après une lecture du Dante”, sonata che prende il nome da una bellissima poesia di Victor Hugo.

Illustrazione di Gustave Doré- ph credits by intoscana.it
Illustrazione di Gustave Doré- ph credits by intoscana.it

Una sinfonia come viaggio per l’anima

Nella sinfonia Dante Liszt non si preoccupa di ricostruire il totale percorso narrato nella Divina Commedia, ma si concentra sulla rappresentazione di determinati episodi. Episodi che si rivelano essere particolarmente in grado di restituire l’idea poetica la quale, esulando dalla sola raffigurazione del cammino ultramondano, pone l’attenzione sul “viaggio dell’anima terrena alla ricerca dell’unione col divino”, esprimendo così quel valore simbolico e religioso che è insito nella Divina Commedia. Dunque non si attiene rigidamente alla struttura delle tre cantiche. Ciò avviene al fine di poter giungere ad una ricerca e ad una riscoperta di Dante ben più profonda, matura e sentita. 

Illustrazione di Gustave Doré- ph credits by pinterest.it
Illustrazione di Gustave Doré- ph credits by pinterest.it

Un esempio di questo è ben visibile nel terzo tempo della sinfonia. Essendo il paradiso talmente aulico, al di sopra dell’immaginazione e soprattutto fuori della possibilità di rappresentazione da parte dell’essere umano, fondamentale era per Liszt rappresentarne in musica proprio la sua situazione di inenarrabilità: venne inevitabilmente sostituito da un Magnificat. Un movimento caratterizzato dalla presenza del coro con voci femminili e voci bianche. 

Attraverso la musica di Liszt possiamo ascoltare e percepire le emozioni che hanno accompagnato il pellegrinaggio del poeta: sono infatti esplicitate attraverso i leit-motiv, i quali ritornano identici ogni qual volte si ripresenta una determinata situazione psicologica.

Sinestesia e corrispondenza tra le arti

Fondamentale è il pensiero espresso da Liszt sul concetto di sinestesia e corrispondenza tra le arti. Tramite le due parole si comprende chiaramente cosa si intende per l’attenzione alla collaborazione dei diversi linguaggi artistici e si può comprendere così di conseguenza quella che era la sensibilità dell’Ottocento. In particolar modo di tutti quei compositori sostenitori della “musica a programma”:

«Il bello in questo privilegiato paese mi appariva sotto le sue forme più pure e sublimi. L’arte si mostrava ai miei occhi in tutto il suo splendore; si rivelava a me nella sua universalità e nella sua unità. Il sentimento e la riflessione mi convincevano ogni giorno di più della relazione nascosta che unisce le opere del genio. Raffaello e Michelangelo mi facevano meglio comprendere Mozart e Beethoven; Giovanni Pisano, Fra Beato, il Francia mi spiegavano Allegri, Marcello, Palestrina; Tiziano e Rossini mi apparivano come due astri simili. Il Colosseo e il Campo Santo non sono poi così estranei come si può pensare alla Sinfonia eroica e al Requiem. Dante ha trovato la sua espressione pittorica in Orcagna e Michelangelo; egli un giorno troverà forse la sua espressione musicale nel Beethoven dell’avvenire».

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Giulia Scialò

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